

Chi fra noi da bambino non si è spesso ritrovato a vivere avventure fantastiche in quei mondi fatati e di sogno, tipici della nostra infanzia, prendendo spunto dalle semplici cose che potevamo trovare sottomano? Molti ricorderanno che a volte poteva bastare un semplice giocattolo, come un aeroplanino, o una automobilina, per scatenare tutta la nostra fantasia. Così come a volte poteva anche bastare il ricordo di un racconto o di una fiaba che ci aveva particolarmente appassionato. E da bambini, chi più, chi meno, abbiamo avuto tutti questo grande potere: quello di riuscire a costruire mondi immaginari solo con la forza della mente, della nostra fantasia. Era innegabile che in quei momenti di svago tutto ciò che di reale ci circondava perdeva consistenza e lasciava spazio alle nostre “avventure”. Così come è poi altresì innegabile che un tale “potere” venga invece perduto con l’avanzare dell’età, spesso già nelle fasi della prima adolescenza. Tuttavia in alcuni di noi resta però talvolta il ricordo di quei momenti di spensieratezza e se solo lo si vuole, basta osservare attentamente il comportamento dei bambini che ci stanno intorno per riandare indietro nel tempo ai periodi della nostra infanzia.
Per quanto mi riguarda, ad esempio, ricordo che da piccolo ero un vero appassionato de Il libro della Giungla di J. Rudyard Kipling, per cui tornando oggi indietro con la mente a quei tempi spensierati, trovo del tutto incredibile come riuscissi a vivere delle straordinarie avventure in compagnia di Mowgli e dei suoi amici: tutto questo solo ed esclusivamente grazie alla forza della mia fantasia… cosa che ovviamente oggi non sarei più in grado di fare! Tuttavia la prima vera fiaba che è entrata nella mia vita è stata invece quella de I Musicanti di Brema dei Fratelli Grimm, grazie a mio nonno che me la raccontava di continuo ogni qualvolta mi faceva dondolare sulle sue ginocchia. E le avventure di quei quattro animali che ne combinavano di tutti i colori diventarono per me un richiamo irresistibile, che non mi stancavo mai di ascoltare. Tant’è che poi da adulto, dopo più di quarant’anni, ho voluto rendere un omaggio a mio nonno andando direttamente a Brema a visitare il monumento dedicato proprio ai famosi Musicanti: un asino, un cane, un gatto e un gallo, uno sulla schiena dell’altro, nell’atto di spaventare dei briganti con i loro versacci.
Come molti bambini durante il periodo dell’infanzia ho poi naturalmente continuato a leggere tante altre favole: ma una cosa che da allora è rimasta impressa nei miei ricordi era questa capacità di “entrare” nei mondi fatati della nostra immaginazione e vivere in prima persona una serie di fantastiche e irripetibili avventure.
Cosa ci è accaduto una volta terminato il periodo dell’adolescenza? Abbiamo perso davvero la nostra capacità di creare queste ambientazioni fantastiche?
Sicuramente sì, dominati come siamo dalla razionalità della nostra vita da adulti. Tuttavia molto spesso mi sono trovato a chiedermi cosa succederebbe se per caso riuscissimo ancora una volta “ad entrare” in un racconto con la forza della nostra immaginazione. Anzi, meglio: cosa succederebbe in particolare ad un adulto, ad un individuo che vive nel raziocinio e che ogni giorno è costretto ad affrontare le mille difficoltà della vita quotidiana, come poi comunemente è per ognuno di noi, se improvvisamente si venisse a ritrovare proiettato all’interno di un mondo dove tutte le sue certezze si trovassero a essere improvvisamente ribaltate.
Ho riflettuto per anni su questa tematica, sicuramente per troppi anni, e comunque mai seriamente (del resto… sono un adulto!). Fino a quando non ho deciso di accingermi a sperimentare le mie capacità provando a cimentarmi in questa impresa: ovvero cercare cioè di dare di nuovo concretezza ai miei sogni. Ma negli anni anche la mia immaginazione è cresciuta e adesso non è più quella innocente di un bambino; non è più pervasa dall’ingenuità tipica dell’infanzia, ma porta invece con se tutte le problematiche tipiche della vita degli adulti. E con gli occhi dell’adulto anche le fiabe di un tempo possono assumere aspetti differenti, spesso anche inquietanti. Cosa succede allora quando questi due mondi si incontrano? Quando la realtà quotidiana va ad incontrare la fantasia? O, ancor meglio, a scontrarcisi? È ciò che ho provato a descrivere in questo romanzo, che è il mio primo lavoro di narrativa.
Venite con me, quindi, nel magico Mondo dei Fratelli Grimm. Ma fate attenzione: perché agli occhi degli adulti le fiabe perdono la loro patina di innocenza e quelli che da bambini erano un tempo solo dei sogni possono magari trasformarsi, oggi, in terribili incubi.
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